Federica Nasini è autrice del disegno che identifica il Premio Letterario La Decima ‘Oltre ogni confine’. Architetto, docente e illustratrice per passione radicata nel talento personale, Nasini condivide con noi, l’ispirazione che ha portato all’elaborazione del disegno. Dalle parole dell’autrice, emerge fortemente il pregio della creatività umana, quella dote che nasce dal cuore, anima e mente e che attraverso le mani si fa unicità di un linguaggio d’arte, lontano dall’adozione di tecnologia digitale, ma integra appartenenza al naturale talento umano.
Con quale tecnica ha realizzato il disegno?
“E’ un misto a matita, pastelli, pennarelli e acquarelli a cui si aggiungono le parti scritte”.
Come è nato il concetto che rimanda all’Oltre ogni confine?
“Opera e titolo sono arti della parola e del disegno fuse nello stesso concetto. Sono partita dall’ascolto di quanto La Decima volesse esprimere attraverso il concorso letterario. Elemento cardine è ‘la bussola’ tenuta in una mano. Una mano che appartiene a chiunque guardi il disegno con la consapevolezza che ognuno custodisca il suo intimo Nord. Il sentiero è sorto spontaneamente ed è legato all’incidenza della letteratura nella formazione delle coscienze. E’ un percorso, che tra le pagine diventa un luogo da abitare e condividere camminando con la vita e guardando l’orizzonte, per raggiungere la libertà rappresentata dai fogli che prendono il volo”.
In questo caso il suo disegno ha reso visibile l’astratto. E’sempre così?
“Con ‘Ogni oltre confine’ potrebbe dirsi così. Anche se, in me, il disegno nasce dall’osservazione di persone o di contesti che colgono la mia attenzione. In questo caso si è trattato di far miei i principi del concorso che sì, sono astratti ma riconducibili ad immagini che si percepiscono dentro se stessi prima di diventare disegno.”
Qual è il momento in cui idee e sentimenti diventano disegno?
“La calma mentale. Ha presente quando la mente si svuota di tutto e lascia emergere solo la natura di se stessi? Ecco, le cose migliori partono da qui”.
Il talento per il disegno le appartiene fin da quando era bambina e vinceva tanti concorsi. Ha però scelto la facoltà di Architettura affiancando alla professione, l’insegnamento. Un disegno tecnico e uno creativo possono coincidere?
“Il disegno che governa l’architettura mi appartiene nell’essere maniacale e nel fascino del costante incontro con la storia dell’arte. L’illustrazione è cosa diversa. Il disegno è un linguaggio che sento mio fatto di osservazione, sovrapposizione, esclusione, deduzione. Il linguaggio del disegno denuda e fa emergere l’essenza di ogni contesto, facendosi narrazione”.
Da docente qual è il suo primo insegnamento ai ragazzi?
“Che il talento non basta nella vita. E’ necessario nutrirlo, prendersene cura, mettersi costantemente alla prova e sfidarsi”.
Le piace il disegno che ha realizzato per La Decima?
“Mi è piaciuto realizzarlo. Rare volte sono soddisfatta dei mie disegni. Con il senno del poi cambierei sempre qualcosa”.